Tutto tace. Tranne chi dovrebbe.

Ieri sera si è discussa una mozione di sfiducia all’assessore Introzzi. Ricordando che l’assessore Gisella Introzzi non è diventata assessore per volontà divina e ricordando altresì che “assessore” non è un titolo nobiliare ma è il termine utilizzato per qualificare un componente dell’organo esecutivo dei comuni italiani, con questo post voglio far notare due aspetti della strana discussione della mozione di ieri sera:

1) Lucini non è intervenuto: inspiegabile. Se mai diventassi sindaco e qualche consigliere gettasse ombre su di un mio assessore io compirei certamente una delle due seguenti azioni:

1.1) revocherei l’assessore se verificassi che le lagnanze del consiglio fossero fondate e meritorie di tale azione;

1.2) difenderei pubblicamente l’operato dell’assessore motivando le ragioni di non condivisione delle accuse:

Come detto ieri sera Mario non ha emesso alcun suono vocale. Ha fatto solo qualche sorrisino. Carino il Mario. Sorride sempre. Si. Sempre più istericamente.

2) L’Introzzi non è intervenuta: inspiegabile. Che senso ha venire in aula alla discussione di una mozione di sfiducia al tuo ruolo politico e non dire nemmeno una parola per confutare delle, a mio giudizio, motivate, serie e sacrosante richieste di dimissioni? Faccio notare che a più riprese è stato chiesto all’assessore di intervenire e ribadisco il fatto che è inspiegabile il fatto che non sia intervenuta.

3) L’unico che si è giustificato è stato Servettini. Che non c’entrava una mazza. Si votava infatti la mozione di sfiducia alla Introzzi mica a Servettini. Servettini ha speso due parole due sul magnifico legame che ha con l’assessore, chissenefrega, di quanto la stimi, chissenefrega bis, non una parola circa le accuse specifiche contenute nella mozione di sfiducia, ed è poi partito alla difesa di se stesso magnificandosi ed applaudendosi per quanto è bravo ed onesto. Bene. Ricordo che Servettini sostiene una giunta che ha appena riconosciuto denari alla cooperativa per la quale lo stesso Servettini lavora e della quale, leggo dal suo profilo Linkedin

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è stato socio fondatore e consigliere. Oltre che presidente fino all’aprile 2011. Servettini ieri sera ci ha detto che non ci trova nulla di male. Neanch’io. Anche se però ieri sera, mentre Servettini parlava, non capivo cosa/chi mi ricordasse. Questa mattina scrivendo questo post ho capito. Servettini ieri sera mi ha ricordato una locuzione latina di origine medievale:

Excusatio non petita, accusatio manifesta.

Null’altro da aggiungere circa Servettini.

Concludo scrivendo che i silenzi di Lucini sono sempre più assordanti e che al di là del fatto che da un punto di vista squisitamente elettorale questo suo atteggiamento da bambino piccato lo renda sempre meno una minaccia per la mia candidatura a sindaco nel 2017 trovo scoraggiante che sia sindaco da neanche due anni e che ne manchino ancora ben tre alla fine del suo mandato. Il primo e l’ultimo. Vogliamo scommettere?

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