Se questo è un quotidiano.

Durante la fase delle comunicazioni preliminari di lunedì 23 marzo 2015 ho presentato una interrogazione al sindaco di Como Mario Lucini.

Che io presenti interrogazioni non è una novità. Ne presento spesso. Quella di lunedì infatti era “solo” la n. 108 dall’inizio del mandato Lucini.

Alcune mie interrogazioni del passato hanno fatto sì che si aprissero indagini da parte della Procura della Repubblica, altre hanno risolto sgradevoli situazioni in seno alla macchina comunale ma quella di lunedì scorso rimarrà per sempre nel mio cuore perchè ha, senza volerlo, reso evidente e lampante quanto vado dicendo da tempo: il quotidiano “La Provincia di Como” utilizza la censura nei miei riguardi.

Procediamo.

L’interrogazione presentata lunedì scorso aveva ad oggetto la costante violazione di un divieto imposto dal sindaco Lucini in prossimità della frana di Civiglio. L’interrogazione, ben sapendo io che nel tratto oggetto dell’interrogazione sussiste ancora il pericolo per la pubblica incolumità, era una precisa denuncia nei confronti del sindaco. Sindaco che firma in fretta e furia documenti mostrandosi un sindaco attento ma che poi una volta fatta la bella figura si disinteressa dell’effettiva efficacia dei provvedimenti adottati. Ecco l’interrogazione:

20-marzo-2015-interrogazione-cancelli-civiglio

 

L’interrogazione è stata presentata in consiglio comunale, davanti sia alle telecamere di QuiComo.it che davanti ad altri giornalisti. Tra i giornalisti presenti, come potete vedere qui sotto, nel cerchio rosso, vi era anche Gisella Roncoroni, pluripremiata giornalista del quotidiano “La Provincia di Como”:

Schermata 2015-03-26 alle 15.56.25

 

Della mia interrogazione, evidentemente non trovandola interessante, il quotidiano locale né martedì né mercoledì ha dato alcuna notizia.

Arriviamo ora al dunque.

Qui sotto un estratto della prima pagina de “La Provincia di Como” di oggi, giovedì 26 marzo 2015:

Schermata 2015-03-26 alle 16.26.02

 

Come si può ben vedere in piena prima pagina vi è la denuncia che era contenuta nella mia interrogazione, ben udita in diretta dalla giornalista Gisella Roncoroni, eppure di Rapinese e della sua interrogazione nella prima pagina non vi è nessuna traccia. E non vi è traccia di Rapinese nemmeno nel pezzo interno. Neanche un accenno.

Se non ci fosse internet io sarei un politico finito.

Concludo.

Diventare sindaco contro poteri forti (amici di Como in testa), stampa e tutti i partiti non sarà semplice.

Ma a me le cose semplici non sono mai piaciute.

#Rapi17

0 thoughts on “Se questo è un quotidiano.

  • Il giornalista serio/a dovrebbe essere stipendiato dal popolo,non dai giornali e neppure dal governo.Un libero cittadino che tiene informati i suoi simili,nei tempi e con precisione,un giornalista investigatore che con i mezzi adatti deve scardinare l’ omertà delle istituzioni ed estrarre il vibrione.Invece accade che avviene il contrario,sempre quando non si è liberi….

  • Non credo dipenda dal giornalista ma dall’editore a cui il giornalista si adegua perchè anche lui “tiene famiglia”. Se l’editore è un libero pensatore e crede nella seria informazione cercando di essere indipendente il giornalista si adeguerà a quell’editore, se però l’editore è smarcatamente di parte lo sarà pure chi scrive gli articoli. Non è certo l’unico caso in cui La Provincia rinuncia all’imparzialità, Rapi è solo uno dei tanti, avete mai letto ad esempio sul quotidiano comasco anche solo un trafiletto a favore dei diritti civili? Nemmeno per sbaglio, al contrario sui “diritti incivili” si legge spesso. Quando ha chiuso l’azienda nella quale lavoravo, dopo qualche settimana con stupore di tutti i dipendenti vi abbiamo letto un’intervista al datore di lavoro che, detto fra noi, ha raccontato qualche inesattezza, ovviamente nessuno del giornale si è premurato di contattare un ormai ex dipendente o di interpellare la rappresentanza sindacale per sentire un po’ cosa aveva da dire l’altra campana. Non mi risulta parimenti una seconda intervista al medesimo datore di lavoro quando non ci ha pagato la liquidazione costringendoci ad andare per vie legali. La Provincia è semplicemente il giornale della casta, nè di più nè di meno. Se quindi caro Rapi non fai parte della casta aspettati come minimo il boicottaggio, che oggi va tanto di moda; pensa ti considerano alla stregua di D&G, wow, ora mi aspetto la collezione delle mozioni autunno-inverno (chè per l’estate è già tardi secondo il calendario modaiolo).

  • C’è ancora qualcuno,al di fuori dei soliti noti , che legge ancora La Provincia? Nemmeno per gli annunci funebri!! Comunque i Comaschi, come gli Italiani, hanno quello che si meritano ! Io per prima non combatto per la mia città considerando fatica inutile … Criticando nelle quattro mura il marcio che quotidianamente incontro in ogni dove , non faccio alcun chè per combatterlo …. Vedasi Lebinski e diga .. Non sono bastate le firme ? Dovevamo protestare davanti al cantiere con tanto di cartelli e chiamate Striscia la notizia o Le Iene ! NON ABBIAMO FATTO NIENTE!!! e ci terremo quella schifezza davanti agli occhi per chissà quanto tempo !!! Buon lavoro Rapinese ! Ma se vuoi un consiglio :” Usa la spada non la piuma ” Vedrai che non sarai più inascoltato o invisibile Ciao ! Bianca Ceruti Capsoni

  • L’informazione libera è diffifile da trovare. E’ possipile solo dove la proprietà è costituita da un azionariato diffuso costituito dai fruitori.
    Quando deve rispondere ad un’oligarchia sarà libera di esprimere solo le volontà dei poteri forti. Per fortuna abbiamo internet ma sopratutto abbiamo persone come Rapinese!
    Continua così
    paolo morini

  • In effetti il quotidiano e la Tv locale sono una farsa, il primo non lo compro da tempo, di Espansione ho cancellato il programma dopo una, anzi due puntate di nessun dorma, rispettivamente quella sulla vaccinazione antinfluenzale e la successiva sugli Ufo, dove prevale una visione irreale e di parte che nulla ha a che vedere con l’info.
    Gli amici di Como fungono un po’ da governo ombra e anestetico di un’amministrazione che nulla ha fatto per il decoro del centro, la situazione cani e padroni in libertà e guai a non guardare in terra, l’invasione degli zingari, dei barboni,(che vengono ospitati nelle sale d’aspetto dei pronto soccorso per la notte), degli africani petulanti che ti assillano se vuoi passare per il centro, ormai di loro proprietà.
    Chissà se durante le visioni mistiche del Sig. Brunati queste cose appaiono così irrilevanti riguardo l’importanza del ridicolo monumento che sembra aver cancellato le priorità reali, io la penso diversamente.

    Grazie Rapinese,
    Giacomo C.

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