Il ringhio di Minonzio: dopo la censura gli insulti

Ieri il lecchese Minonzio, direttore del quotidiano (di proprietà del vescovo di Bergamo) “La Provincia”, ha ringhiato un editoriale dal titolo: “Lucini ha fallito e Como si svegli“.

Prima di procedere riporto un passaggio dell’editoriale dedicatomi (senza citarmi):

E quindi, ora, mentre su Como calano le prime ombre sella sera, ci sarebbe una prateria per le forze nuove, le forze emergenti, quelle non colluse con il baracconesco sistema di potere della destra e quello insipiente della sinistra. Il problema è che qui il fenomeno cinquestelle non ha mai attecchito e questo, senza alcuna ironia, è un peccato. Perché ci vorrebbe qualcosa di meglio di qualche pittoresco leader (?) paragrillino che, dopo la trionfale campagna contro la Ztl e contro il monumento di Libeskind di qualche tempo fa – in giro c’è gente che si tiene ancora la pancia dalle risate – sembra proprio non farcela a elevare il tono del dibattito. E proprio non ce la fa a capire che, se vuole governare Como, non è sufficiente andare al bar, leggere “La Provincia” a sbafo e poi iniziare a trombonare che non se ne può più e adesso basta e la gente è stufa e qui il più pulito c’ha la rogna e il primo che si alza comanda e c’è un complotto dei poteri forti e dei giornalisti servi e qua una volta era tutta campagna e quando c’era lui, caro lei…

Perché Minonzio nello stesso editoriale nel quale, FINALMENTE, ammette che Lucini ha fallito, attacca vigorosamente e cerca di rendere ridicolo Rapinese?

Per chiarire il violento ringhio di Minonzio utilizzo una frase di un tale che la violenza l’ha studiata non poco. Un tale di nome Gandhi:

Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci.

Nulla da aggiungere.

Adesso Vittoria.

2 thoughts on “Il ringhio di Minonzio: dopo la censura gli insulti

  • Ho appena inviato un mio commento all’editoriale soprassedendo però alla parte che ti riguarda perché si commenta da sola, un rancoroso sfogo personale utilizzando il più potente organo di informazione di Como.

    Ho scritto invece perché mi pare tardiva la critica sia sulla vicenda paratie sia sulla politica del passato in generale e che forse ha in serbo il nome che ritiene adatto per “il colpo d’ala o il salto del cavallo”.

    Buon lavoro

    Angelo Mambretti

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