Se l’universo si espande, perché non riesco mai a trovare un parcheggio?
(Woody Allen)
La domanda che pone il notissimo regista, attore, sceneggiatore, comico, scrittore e commediografo statunitense, ci fa capire che il problema del parcheggio è un problema universale e, ovunque, ai primi posti delle lagnanze dei cittadini residenti in contesti urbani.
Detto questo, a Como, buona parte dei problemi relativi al problema dei problemi urbani per antonomasia, il parcheggio, erano evitabili e causati da sciatteria e paura. Sciatteria perché la politica non ci ha mai messo veramente la testa, paura perché per i comaschi, come per tutta la popolazione dell’universo (che si sta espandendo…), il parcheggio è una vera e concreta necessità ed i politici che mi hanno preceduto avevano paura delle conseguenze del modificare lo status quo.
Ora:
- se i parcheggi fossero tutti destinati ai soli residenti, il problema sarebbe quasi risolto perché ce ne sarebbero abbastanza;
- se i parcheggi fossero tutti destinati ai soli lavoratori, il problema sarebbe quasi risolto perché ce ne sarebbero abbastanza;
- se i parcheggi fossero tutti destinati ai soli turisti e/o agli altri city users (utenti di tribunali, ospedali, biblioteche, Prefettura, Questura, Finanza, Carabinieri, Agenzia Entrate, Inps, Inail, Sindacati e chi più ne ha più ne metta) della città di Como, che essendo capoluogo di provincia già di suo attira migliaia di persone al giorno, il problema sarebbe quasi risolto perché ce ne sarebbero abbastanza;
- se i parcheggi fossero tutti destinati ai soli fruitori di stazioni ferroviarie, pendolari e/o frontalieri in genere, parliamo di decine di migliaia di persone che passano da Como tutti i giorni, il problema sarebbe quasi risolto perché ce ne sarebbero abbastanza.
Quindi?
Quindi il problema è che oggi la gente, per svariate ragioni, tra le quali anche il fatto che il servizio non sia ancora sviluppato come dovrebbe, ancora non riesce a organizzare la propria vita sincronizzandosi con i mezzi pubblici e, quindi, ha bisogno dell’auto. Auto che, non essendo tascabili, e non esistendo i drive-in all’Inps dove puoi sbrigare la tua pratica tenendo il sedere incollato al sedile, hanno tutte bisogno di posteggi. Posteggi non saranno mai abbastanza.
Quindi?
Quindi esistono due tipologie di sosta:
- quella per gli stanziali, ovvero persone che usano la macchina raramente o che comunque hanno bisogno di una sosta lunga (residenti / lavoratori / pendolari);
- quella per gli itineranti, ovvero persone che hanno bisogno di uno stallo di sosta “mordi e fuggi” per svolgere commissioni, portare la spesa alla nonna e via discorrendo.
Quindi?
La prima cosa che abbiamo fatto è stata il dividere la città in zone sulla base della predominanza delle diverse utenze in considerazione della disponibilità di stalli per zona.
Quindi?
Quindi abbiamo creato alcune nuove zone e modificato leggermente altre:
Residenti: abbiamo confermato la tipologia di sosta residenti in vigore ovvero suddivisa in stalli gialli e/o blu loro dedicati. In verità per i residenti in centro storico abbiamo aumentato il numero di stalli gialli riservandone un elevato numero all’interno dell’autosilo di via Auguadri, così da poter liberare contemporaneamente alcune zona di sosta “gialle” in centro storico, zone dove vedere ingombranti auto spiaggiate proprio non lo sopportavamo (piazza Perretta in primis);
Per quanto riguarda gli stalli blu esistenti, pochissimi infatti sono quelli che da blu sono diventati bianchi e viceversa, li abbiamo suddivisi in alcune tariffe omogenee rendendole più care dove serviva maggiore rotazione (Viale Geno / Stadio / Villa Olmo in primis).
In quali zone tariffarie abbiamo suddiviso gli stalli blu esistenti?
Semplice.
Abbiamo creato la tariffa VERDE (forfettaria: 1 euro l’ora con un massimo di 5 euro per tutta la giornata – ideale per lavoratori e pendolari), la tariffa AZZURRA, tariffa che garantisce la rotazione in aree dove la rotazione richiesta non è assillante ma comunque necessaria (0,50 euro la prima ora, 1 euro le seguenti), la tariffa ARANCIONE, dove la necessità di rotazione, per esigenze turistiche, varia al variare dei giorni della settimana (1 euro l’ora nei giorni feriali e due euro l’ora nei giorni festivi), la tariffa BLU, dove era necessario sollecitare la rotazione più che nelle aree azzurre ma non al punto di doverla imporre con intensità (1 euro all’ora) ed infine la tariffa ROSSA, tariffa applicata dove la rotazione doveva essere tassativamente incentivata al massimo per evitare reali sofferenze (2 euro l’ora).
Le differenze rispetto al passato veramente impattanti sono state le seguenti due:
- la prima ora in zona rossa è passata da un euro a due euro (le ore seguenti costavano già due euro l’ora anche prima);
- per favorire i residenti al rientro dal lavoro, tutti gli stalli blu in città sono diventati gratuiti dopo le 19 (salvo viale Geno che di sera era sempre un casino).
Come si può notare, che mal di testa, gestire la sosta è cosa molto complicata.
A Como, gestire la sosta, per via di alcune sacche di “furbetti” da stanare, lo è stato MOLTO di più.
A quali furbetti mi riferisco?
Ad esempio, dando una controllatina agli abbonati del parcheggio di via Auguadri, si è scoperto che le tariffe agevolate venivano utilizzate, senza la minima rotazione, dai soggetti più disparati. In alcuni casi pure da soggetti che non ne avevano i requisiti o che, comunque, non avrebbero dovuto avere nessun trattamento particolare. Malaffare? No. Semplicemente, come già detto, sciatteria e paura.
Sciatteria e paura che Rapinese ha definitivamente archiviato.
Nel caso dell’autosilo di via Auguadri, 600 posti, oltre ad aver riservato, per via di un’antica convenzione ancora valida, 200 posti al Tribunale (150 ai dipendenti e 50 ai magistrati), 30 alla questura, 20 a Csu e 40 ai dipendenti del Comune di Como, abbiamo deciso di dedicare i restanti 410 posti agli utenti “mordi e fuggi“. Utenti che quotidianamente incasinavano il centro creando code un pò dappertutto. Tariffe scelte per gli utenti “mordi e fuggi” di via Auguadri? Semplice, quelle dell’autosilo Valduce. Tariffe che, considerato che è sempre pieno, di certo non sono da considerarsi esose.
Giusto per capire meglio il caos dal quale partivo, basti pensare che la tariffa più bassa in città era riservata in una delle zone con le maggiori criticità: viale Geno. 3 euro per parcheggiare tutto il giorno. Meno di quanto si sarebbe speso per un’ora al parcheggio Arena del Teatro Sociale.
La rivoluzione parcheggi di Rapinese può piacere o non piacere, ma una cosa è sicura: ora in città la sosta è pianificata in maniera razionale.
I risultati sono evidenti: la rotazione ha eliminato un sacco di caos, di inquinamento e di arrabbiature.
Concludo citando Arthur Bloch, umorista e scrittore statunitense, autore di libri riguardanti la nota legge di Murphy. Citazione che ci fa ben capire che, per quanto amministratori pubblici, ingegneri del traffico e pianificatori si possano sforzare, nella ricerca di uno stallo vige una regola inscalfibile:
“Non appena hai deciso di parcheggiare a due chilometri di distanza, quattro posti si libereranno simultaneamente sotto casa.”
#CosaHaFattoRapinese012