“Se la pubblicità è l’anima del commercio”, scrive il vicedirettore de “La Provincia” nel suo editoriale di oggi riferendosi alla presentazione, tenutasi ieri in biblioteca, dell’opera di Libeskind donata alla città di Como,“allora il confronto lo è della democrazia”.
Andiamo avanti.
Poco dopo nell’editoriale troviamo: “Finora, bisogna riconoscerlo, quando i comaschi hanno deciso – senza assemblee e senza referendum – di intervenire per cambiare il paesaggio della città che si affaccia sul lago lo hanno fatto consegnando alle generazioni successive opere belle, preziose e per le quali c’è ancora oggi grande ammirazione”.
E ancora: “E benché il Comune abbia scelto di decidere per l’accettazione della donazione – assumendosi una bella responsabilità che come gesto andrebbe apprezzata a prescindere – non è stato affatto inutile. Il confronto infatti ha rimesso in circolo le energie e le passioni dei comaschi.”
Poi conclude con: “L’auspicio è che il confronto continui con queste buone intenzioni, la speranza è che alla fine con la nuova opera la casa dei comaschi diventi ancora più bella”.
Gentile Sig. Profazio commento brevemente il suo editoriale utilizzando due immagini tratte dall’articolo di Gisella Roncoroni, articolo trovato qualche pagina più in là del suo editoriale:
Prima immagine
Seconda immagine
Nella prima immagine vi è Lucini che si dice felice del fatto che la città dibatta.
Nella seconda immagine vi è la data di partenza dei lavori. Data decisa già prima dell’incontro di ieri.
Profazio le faccio una domanda:
“Quando il confronto è inutile al fine della conseguente decisione, a cosa serve?”
Prima di salutarla le ricordo che anche Bruni si assunse una bella responsabilità con le paratie. Va apprezzato anche il suo di gesto?
A presto.
PS: Sig. Profazio qui sotto un altro esempio di utile consultazione inutile alle conseguenti decisioni.