Luca Gaffuri è un ragazzo del 1966. Nel 1994, a 28 anni, diventa consigliere comunale comasco del Partito Popolare Italiano, partito ispirato alla dottrina sociale della Chiesa cattolica. Luca è un cattolico credente. Luca essendo un timorato di Dio non può dire le bugie e deve mantenere la parola data, altrimenti che cavolo di cattolico sarebbe?
Andiamo avanti.
Nel 1998 è eletto coordinatore cittadino del PPI e alla nascita della Margherita ricopre il medesimo ruolo prima di diventare, sempre per la Margherita, coordinatore provinciale.
Dal 2005 è consigliere regionale. Eletto prima nelle file dell’Ulivo e poi in quelle del PD. Non si conta il denaro incassato dalla Regione da quel dì ad oggi. Ben oltre il milione di euro.
Nel 2007 vince le primarie e si candida a sindaco di Como, dove, una volta perse le elezioni, è stato capogruppo del PD fino al 4 ottobre del 2010, giorno in cui si dimise col duplice scopo di dedicarsi anima e corpo al mandato regionale e di lanciare il “delfino” Mario Lucini quale nuovo capogruppo del PD in Consiglio Comunale.
Luca pochi giorni fa, a Pasqua, ha concluso gli auguri fatti a tutti i suoi elettori con la seguente frase del gran priore dell’Ordine militare del Santissimo Salvatore di Santa Brigida di Svezia che, per la Chiesa cattolica, è attualmente anche gran priore per l’Italia meridionale tirrenica e ancora grand’ufficiale dell’Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, il Mons. Beniamino Depalma:
“E’ un segno Pasquale essere veri uomini e vere donne tutti i santi giorni”
Dopo questa lunga premessa arriviamo a noi.
Ieri Luca Gaffuri è stato rinviato a giudizio.
Poco male.
Essere rinviati a giudizio vuole solo dire che un giudice dell’udienza preliminare (detto GUP) ha deciso, durante l’udienza preliminare, circa la richieste del pubblico ministero di rinviare l’indagato a giudizio.
Per essere fin da subito chiari non è assolutamente detto che Luca Gaffuri sia colpevole di ciò il pubblico ministero gli imputa.
Anch’io tempo fa sono stato rinviato a giudizio (e poi assolto) ma, e qui stanno la ragioni per le quali Luca Gaffuri ieri avrebbe dovuto dimettersi di corsa, contrariamente a Luca non ho mai detto che mi sarei dimesso se fossi stato rinviato a giudizio. SOPRATTUTTO NON L’HO MAI DETTO A SCOPO ELETTORALE.
Qui di seguito credo ci sia qualcosa di interessante da leggere.
Procediamo.
Il 31 gennaio 2013 (piena campagna elettorale per le regionali) sul Corriere della Sera è apparso un articolo (mai smentito né dal PD né da Gaffuri) di Elisabetta Soglio dal titolo: “Ambrosoli e gli indagati in lista “Via chi sarà rinviato a giudizio” (clicca qui per leggere l’intero articolo), nel quale, tra l’altro, si legge:
«Ho chiesto ai candidati delle liste che mi sostengono di firmare una lettera che li impegna a dimettersi nel caso in cui venissero rinviati a giudizio». Nel giorno in cui cominciano ad arrivare ai consiglieri lombardi di Pd, Sel, Idv, Udc e Pensionati, gli avvisi di garanzia per l’uso dei rimborsi spesa, Umberto Ambrosoli, candidato Governatore per il Patto civico di centrosinistra, cerca di uscire dall’angolo rilanciando sul tema della legalità e della trasparenza, suoi cavalli di battaglia. Un segnale netto, anche perché Ambrosoli aveva promesso che non avrebbe avuto indagati nelle sue liste. E se la squadra civica che porta il suo nome non ha nessuno coinvolto in questa inchiesta, quelle di Pd, Sel e Centro popolare Lombardo risultano da ieri «macchiate». Dovranno così firmare l’impegno a dimettersi se rinviati a giudizio Alessandro Alfieri, già vice coordinatore regionale pd lombardo, così come il capogruppo pd Luca Gaffuri e la vicepresidente del Consiglio Regionale Sara Valmaggi…”
Andiamo avanti.
Cosa ha detto Luca quando è stato contattato dalla stampa alla luce del rinvio a giudizio? Ha dichiarato forse di essersi già dimesso? No, ha dichiarato (Qui il link all’articolo di QuiComo.it):
“Mantengo fiducia nella magistratura e sono convinto che in questa seconda fase avrò la possibilità di dimostrare che le spese sostenute sono state tutte legittime e legate al mio ruolo di capogruppo. Comunque ora rimetterò il mio mandato nelle mani del segretario regionale Alessandro Alfieri e della segretaria provinciale Savina Marelli. Credo sia giusto tocchi a loro valutare la situazione e decidere come procedere”
Come? Sì. Capito bene. Luca, contrariamente al documento firmato a mani di Ambrosoli, non si dimette.
Luca invece di dimettersi ha rimesso il mandato nelle mani di tale Alessandro Alfieri e Savina Marelli, rispettivamente Segretario Regionale e Segretario Provinciale del PD. PD del quale Luca è stato capogruppo sia in Consiglio Regionale che in Consiglio Comunale.
Analizzando i nomi nelle mani dei quali Luca ha rimesso il mandato salta fuori che chi deve decidere del futuro di Luca è anche tale Savina Marelli, Savina che è stata recentemente nominata, nonostante non sia nemmeno cittadina comasca, assessore al Comune di Como proprio dal “delfino” Mario.
Dai Luca sii serio, non prendere in giro chi ti ritiene una persona seria, fai quello che ha dichiarato in campagna elettorale il tuo candidato presidente Ambrosoli: “Via chi sarà rinviato a giudizio”.
I Lombardi, Albatesi inclusi, hanno votato PD anche per quella vostra promessa.
Promessa chiara ed inequivocabile.
Dai Luca non cercare escamotage. Tu sei un cattolico. Sei un uomo del PD.
Luca sii un vero uomo: dimettiti.
Alessandro
PS: Luca pensa che bello quando ti sarai dimesso… la politica ti ha dato un sacco di soldi ed adesso finalmente potrai goderti la tua amata Grecia (hihihi) senza che nessuno possa più lamentarsi…
Di certo seguirà delle istruzioni dal partito,ma sentirà anche le voci interiori,se leggesse questo blog dovrebbe solo prenderne atto.Fare la cosa giusta con quello che succede è molto difficile,di esempi molto pochi.