La lampadina amica di Volta

L’ultimo inverno comasco non è stato tra i più rigidi. Anzi. E’ stato particolarmente mite. Quindi poco male. Il problema semmai è stato che non ho mai passato d’inverno tanto tempo all’aperto come in quello appena passato.

La raccolta firme per ottenere il referendum avente ad oggetto il quesito “Vuoi che venga installato il monumento The Life Electric sulla diga foranea Piero Caldirola di Como?” mi ha obbligato infatti a passare intere giornate all’aperto. E seppur l’ultimo, come detto, non sia stato un inverno tra i più rigidi, è stato comunque un inverno ad una latitudine svizzera.

La lampadina nella foto è stata una compagna preziosa perchè seppur a Como d’inverno il tramonto arrivi presto, con il suo aiuto, nonostante il buio si impossessasse presto del gazebo, ho potuto raccogliere firme fino alle 19 passate. Le 19 passate di quasi tutti i giorni compresi tra la fine di ottobre e la fine del dicembre 2014.

Un massacro.

Ogni momento libero, ed in verità anche momenti che sarebbero dovuti essere occupati dalla mia attività professionale e/o vita famigliare, l’ho dedicato alla raccolta sottoscrizioni.

Ho fortemente voluto il referendum perchè non riuscivo a rassegnarmi all’idea che una tale offesa ad Alessandro Volta, ed alla sua città, quale la ode alla Hyundai che in queste ultime ore è stata collocata sulla diga foranea, potesse fare bella mostra di sé nel bel mezzo del primo bacino del lago, ritenuto da moltissimi, il più bello del mondo. Il nostro.

Incredibilmente, ed a tempo di record, con il solo aiuto di Ada Mantovani, la mia preziosissima collega in consiglio comunale, e di Stefano Callea, amico antiquario del centro storico, sono riuscito ad ottenere il numero di firme sufficiente a poter far indire dalla giunta Lucini il referendum.

Se è vero che un cervello umano pesa circa 1300 grammi, il referendum da me proposto è stato sottoscritto da circa 6 tonnellate di cervelli comaschi.

Il referendum si sarebbe dovuto tenere il 18 ottobre prossimo.

Tra soli 83 giorni.

Raccogliere le firme è stata dura davvero. A volte le gambe, le punte delle dita dei piedi e delle mani erano così fredde che le cioccolate della Luisita diventavano performanti solo quando contenevano la giusta dose di Rum.

Tra l’ottobre ed il dicembre scorsi ho parlato e discusso, nel gazebo, sotto la lampadina rossa, con oltre 10.000 persone.

Tra l’ottobre ed il dicembre scorsi, nel gazebo, sotto la lampadina rossa, ho visto oltre 4.000 documenti d’identità di oltre 4.000 cittadini comaschi che hanno voluto impugnare una penna per chiedere, ad una giunta cieca e sorda, di essere ascoltati.

Molte delle firme senza la lampadina rossa non avrei potuto raccoglierle.

La lampadina era alimentata a pile. Quelle pile che devono la loro esistenza ad Alessandro Volta. Alessandro Volta, pace all’anima sua, volgarmente usato quale grimaldello per rendere meno amaro un monumento imposto da un’oligarchia che con esso ha solamente inteso celebrare sé stessa.

Monumento studiato per San Pietroburgo ma improvvisamente diventato un omaggio a Volta. Monumento studiato con materiali del futuro poi diventati materiali ordinari. Monumento prima finanziato solamente da mecenati ma poi pagato anche con denari dei contribuenti.

L’epilogo di questo racconto è che la classe politica dirigente comasca, classe che avrebbe tranquillamente potuto sospendere la posa del monumento in attesa che il popolo comasco si fosse potuto esprimere, ha brutalmente ignorato l’istanza referendaria. Umiliandola.

Lucini, Spallino ed il centrosinistra comasco sono stati così risoluti nell’ignorare il loro popolo che ancora oggi dubito della loro capacità di intendere la gravità del loro agire.

Se nel 2017 diventerò sindaco di Como, per ricordarmi cosa sia la partecipazione, porterò con me a Palazzo Cernezzi la mia preziosa lampadina rossa.

Lampadina che mi auguro mi aiuterà ad evitare momenti bui come quelli ai quali sta condannando i comaschi l’attuale giunta.

Lampadina che ha fatto tutto quanto le è stato possibile per non fare umiliare l’inventore della sua fonte di energia.

Una lampadina amica di Volta.

#Rapi17

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