Ciò che “La Provincia di Como” non ti dice…

Oggi è apparso sul principale quotidiano locale comasco l’articolo qui sotto:

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Nell’articolo troviamo che una commissione ha espresso giudizio di non ammissibilità relativamente ai quesiti referendari e che quindi il referendum non si farà.

Leggiamo assieme l’art. 14 dello Statuto del Comune di Como:

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Quello che “La Provincia di Como” non vi ha detto sono le ragioni, alquanto bizzarre, per le quali il parere della commissione, formata da me, Andree Cesareo (PD) e dal Segretario Generale Tommaso Stufano (Nominato da Lucini) ha espresso parere negativo ai quesiti referendari.

La commissione si è espressa in maniera negativa non perché i quesiti fossero illegittimi ma perché ha ritenuto (Cesareo – PD – e Segretario Generale – nominato da Lucini) illegittima la commissione stessa.

Perché secondo Stufano e Cesareo la commissione era illegittima? Perché non era composta da persone terze ma da consiglieri comunali esattamente come recita il comma 2 dell’art. 3 del Regolamento comunale per i referendum consultivi del Comune di Como (???).

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E poi ancora perché uno dei proponenti il quesito era anche membro della commissione, ovvero io.

Curioso che la stessa commissione che oggi il centrosinistra, ed i loro tecnici, ritengono illegale sia stata per contro legalissima pochi anni fa quando i quesiti da approvare erano proposti proprio dal centrosinistra.

Ancor più curioso il conflitto d’interesse di Rapinese considerato che nessuna norma/leggere/regolamento lo determina.

Concludo questo post ringraziando pubblicamente QuiComo.it e CiaoComo.it per aver riportato ai propri lettori oltre al voto della commissione anche le curiose ragioni...

0 thoughts on “Ciò che “La Provincia di Como” non ti dice…

  • Che la Provincia non lo dica non sorprende.

    Che questa amministrazione sia allergica ai referendum non sorprende.

    Che nel programma di Lucini ci sia tra le azioni da realizzare “valorizzazione delle possibilità offerte dallo strumento referendario, anche con idonee integrazioni dello Statuto Comunale” è una certezza.

    Che sia stato fatto, anzi si sia fatto l’opposto, è un’altra certezza.

    Non c’è null’altro da aggiungere.

    Angelo Mambretti

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