Ciao ciao “La Provincia” da oggi non ti leggerò più.

Questo week end mi sono dedicato alla mia famiglia. Splendido. Ada Mantovani, liberandomi dal gravoso impegno, grandissima Ada, si è occupata della autenticazione delle firme dei miei concittadini che vogliono un referendum circa il monumento di Libeskind così me ne sono stato due giorni richiuso, con consorte e figlia, in un palazzetto a pochi km da Como, in provincia di Varese, a vedere e tifare i ragazzi della Comense Scherma mentre mietevano il solito bottino di coppe e medaglie.

Cosa c’entra lo splendido week end con il titolo di questo post? Perchè nel titolo di un post che inizia col racconto di uno splendido week end dico che non leggerò più “La Provincia”? Ho scritto il titolo, e ho iniziato il post come hai letto perchè, nonostante lo splendido e rifocillante week end, che in altri periodi avrebbe avuto effetti benefici per settimane e settimane, lunedì mattina mi è bastato prendere in mano “La Provincia” di domenica scorsa, 2 novembre, per vedere il mio umore piombare negli abissi. Ecco il perchè:

Schermata 2014-11-03 alle 15.22.45

Ciò che mi fa arrabbiare e indignare, è che nel riportare una notizia come quella del potenziale costo del referendum, così come indicato dai consiglieri comunali di Como Civica, non mi sia stata data possibilità di replicare e chiarire.

Nella replica avrei puntualizzato che il vero costo inutile per la cittadinanza non sono i referendum ma i soldi che spendiamo mensilmente per gli stipendi della giunta Lucini, circa 30.000 euro al mese, stipendi erogati ad una giunta che aveva promesso in campagna elettorale, senza che siano seguite azioni concrete, che una volta eletta avrebbe attivato strumenti di e-democracy ed avrebbe messo mano alle possibilità offerte dallo “strumento referendario”:

 

1377260_10204785365181439_2372356078065852189_n

 

 

“Strumento referendario” che il Comune di Como, nello suo atto più solenne ed importante, lo STATUTO, definisce al comma 1 dell’art. 13:

Schermata 2014-11-03 alle 16.02.28

 

Nell’escalation della gravità, trovo gravissimo poi il fatto che l’autore del “pezzo” di domenica, pur essendo presente alla mia conferenza stampa del 24 Ottobre a Palazzo Cernezzi, abbia addirittura “dimenticato” di riferire ai propri lettori una notizia che avrebbe immediatamente smontato le accuse: ha dimenticato di menzionare la mia proposta di delibera (depositata prima dell’ok della giunta circa il quesito referendario) avente quale fine l’abbattere i costi dei referendum consultivi comunali (Clicca qui per leggerla);

La conferenza stampa durante la quale annunciai la proposta di delibera per decimare i costi dei futuri referendum la tenni, come già detto, il 24 ottobre, ma da quel giorno ad oggi “La Provincia” non ha mai riportato la notizia, in compenso però, ha dato parecchio spazio a chiunque ritenesse il referendum uno spreco di denaro pubblico e/o tardivo rispetto all’inizio dei lavori per la posa del monumento oggetto del referendum.

Anche qui trovo gravissimo che il diffusissimo quotidiano non abbia notato e fatto notare ai comaschi che il sindaco Lucini, nonostante una legittima e condivisa da molti richiesta di referendum (ad oggi da già più di 700 comaschi), non abbia minimamente considerato,circa la posa del monumento, di attendere che i propri concittadini potessero esprimersi.

Imbarazzante che “La Provincia” non abbia infine colto, nell’azione del sindaco e della sua giunta, che NESSUNO, ma proprio NESSUNO di competente sia stato interessato al fine di poter stimare il reale valore e se fosse opportuno porre quel monumento in quel luogo della città.

Della conferenza stampa l’unico momento che il quotidiano di proprietà della Curia di Bergamo ha riportato fedelmente è stato il momento durante il quale ho ringraziato Lucini per non aver sprecato tempo nella firma della delibera di Giunta che avrebbe autorizzato il quesito referendario. Atto dovuto il mio ringraziamento. Atto dovuto però anche la rapida firma posta su di un procedimento di natura elettorale.

I complimenti a Lucini il giornalista li ha ben evidenziati. Il taglio dei costi del referendum no. Se li è proprio dimenticati…

Qui sotto l’articolo uscito il giorno seguente la conferenza stampa:

Schermata 2014-11-03 alle 15.37.13

 

Quello che mi fa imbestialire è che quando l’articolo parla della delibera che chiede di togliere il quorum dai referendum consultivi si riferisce contestualmente al medesimo documento che ne taglierebbe anche i costi. Perchè l’autore, che è lo stesso dei due articoli presenti in questa pagina e di altri sul medesimo tema, non ha riportato, MAI, dal 27 ottobre ad oggi, nessuna informazione circa il taglio dei costi?

Il quotidiano “La Provincia” a Como è molto letto e articoli come quello di domenica possono essere determinanti nella creazione di un’opinione. Se però i dati che il giornale fornisce sono faziosi, di parte, e privi di repliche, è facile capire quali possano essere le conseguenze.

Circa Libeskind fermiamoci qui.

Dimenticanze di pari natura, in grado di rovinarmi l’umore per giornate intere, avvengono spesso, sul medesimo quotidiano, anche circa la ZTL, altro tema per il quale mi sono speso personalmente moltissimo. Mitico il titolo apparso in prima pagina il 27 Ottobre:

Schermata 2014-11-03 alle 16.20.42

Considerato che il fatturato dei parcometri di CSU è stato identico a quello dell’anno precedente (+0,6%), come è possibile che “La Provincia” abbia dedicato un titolo IN PRIMA PAGINA all’isola pedonale definendola “un affare” per il Comune di Como?

Analizzando poi i contenuti della nota diffusa da palazzo Cernezzi sarebbe stato più corretto che il quotidiano “La Provincia” il 27 ottobre in prima pagina titolasse in uno dei seguenti modi:

– “480 posti auto gratuiti trasformati a pagamento ed il fatturato non cambia!”

– “Meno posti auto in città e l’autosilo Valduce raddoppia il fatturato”

– “Posti auto in città molto più cari per gli avventori (ed i lavoratori) MA l’autosilo Valmulini rimane comunque vuoto”

Non volendo scendere, in questo post, nel dettaglio è evidente anche qui la volontà del quotidiano di perorare la causa Lucini senza analizzare veramente i dati ma semplicemente partorendo titoli ad alto impatto, e poco importa se non corrispondenti al vero…

Concludo dicendo che posso anche capire che il proprietario del quotidiano “La Provincia”, la Curia di Bergamo, abbia in simpatia il politico super cattolico/democristiano Mario Lucini, ma credo che a tutto debba esserci un limite e ritengo che il limite “La Provincia” l’abbia abbondantemente superato.

Non volendo quindi farmi rovinare ulteriori giornate dal quotidiano locale comasco più diffuso ecco il perchè del titolo di questo post.

Ciao ciao “La Provincia” da oggi non ti leggerò più.

Alessandro

PS: d’ora in poi, non leggendo io più il quotidiano “La Provincia”, su questo spazio non troverete più commenti riguardanti i loro articoli e/o commenti a mie dichiarazioni apparse sul quotidiano visto che, al quotidiano, non ne rilascerò più.

Qualora doveste trovare miei virgolettati sul quotidiano “La Provincia” sappiate che sono riferiti a mie affermazioni non rilasciate a loro giornalisti e pertanto liberamente tratte da miei interventi in aula e/o altrove.

Pregandovi di prendere “con le molle” ciò che viene scritto sul citato quotidiano sappiate che qualora voleste avere informazioni circa l’amministrazione comunale e/o, più nello specifico, circa il mio operato, potrete contattarmi all’indirizzo: alessandro@rapinese.com oppure iscrivervi alla mia mailing list.

A presto.

Alessandro

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *