Prima di affrontare l’argomento è bene fare delle premesse:
1) L’art. 13 comma 1 dello statuto del Comune di Como recita:
“Il Comune riconosce nell’istituto del referendum consultivo l’elemento di collegamento organico tra la comunità e i suoi organi elettivi e ne favorisce l’esercizio”.
2) A pag. 3 del programma di mandato dell’attuale sindaco di Como, programma votato in consiglio comunale e diventato documento della pubblica amministrazione comasca, troviamo che “coinvolgere maggiormente le cittadine e i cittadini nelle decisioni pubbliche” era un obiettivo del sindaco e si sarebbe dovuto realizzare arrivando “a decisioni il più possibile condivise”.
3) La democrazia la si conquista passo dopo passo. Allo stesso modo la si perde.
È noto che, per una serie di ragioni che ho già abbondantemente spiegato (Location, Impatto, Priorità, Zero Partecipazione, Iter, Motivazioni Architetti, Motivazioni Ingegneri, Motivazioni Terragni, Etc.), trovo un’oscenità la posa del monumento di Libeskind sulla diga foranea ed è altresì noto che, fin da quando ho avuto modo di vedere l’opera comprendendone dimensioni ed impatto, ho deciso di combattere democraticamente affinché il mio lago ed il suo panorama non vengano griffati Libeskind e conseguentemente banalizzati/alterati.
Questo post però non ha come oggetto il monumento di Libeskind e non ha neppure come oggetto il luogo dove il sindaco ed i suoi amici vogliono posarlo.
Questo post ha come oggetto la pagina che è stata scritta ieri sera in consiglio comunale dalla attuale maggioranza.
Una delle pagine più buie della democrazia comasca.
Sono stati violati ed umiliati sia lo statuto del Comune di Como che il programma di mandato del sindaco.
Programma votato dalla maggioranza stessa due soli anni fa.
Cominciamo con la narrazione dei fatti.
1) Ieri sera, correlato alla variazione di assestamento generale al Bilancio di previsione 2014/2016, documento col quale veniva ratificato dal consiglio comunale l’iter giuntale che, forse, porterà il monumento “The Life Electric” sulla diga foranea, ho posto in discussione un ordine del giorno. Eccolo:
L’ordine del giorno aveva il fine di palesare quali fossero le intenzioni della maggioranza circa la richiesta di referendum in essere.
Stando allo Statuto del Comune di Como ed al programma di mandato del sindaco, mi sarei aspettato che la maggioranza ieri votasse a favore dell’ordine del giorno qui sopra riportato ma non è andata così.
Ecco la votazione:
La domanda che sorge spontanea è: “perché l’attuale maggioranza, che ha sempre parlato di rispetto per i referendum e per la partecipazione democratica, quando è stato il momento di mettere in pratica ciò che ha promesso invece di ascoltare il popolo ha brutalmente deciso di ignorarlo?”
Vediamo quindi quanto la giunta oggi al governo di Como abbia coinvolto il popolo comasco e le minoranze nel processo decisionale che, forse, porterà il monumento di Libeskind sulla diga foranea:
1) In data 30 ottobre 2013 con un atto di indirizzo, il verbale n. 360/2013, la giunta ritenne sostenere la volontà “liberale” (proposta di donazione di un’opera) manifestata dalla “Associazione Amici di Como” e dal “Consorzio Como Turistica”.
All’epoca il consiglio non venne informato di nulla e nessun progetto era disponibile/visionabile.
Fino a qui non si può certo dire che vi sia stata trasparenza e/o partecipazione nel processo decisionale.
Andiamo avanti.
2) In data 27 agosto 2014, ancora senza coinvolgere né il popolo comasco né il consiglio comunale, tramite un altro atto di indirizzo, il verbale n. 271/2014, la giunta comasca fece un altro passo importantissimo verso la posa del monumento di Libeskind.
Degno di nota il fatto che ad agosto in giunta vi fu, ed è verbalizzato, un intervento dell’ex Assessore Introzzi, la quale, ravvisando la mancanza di sufficienti elementi di valutazione ed, in particolare, di un confronto allargato, dichiarò una posizione di astensione rispetto all’argomento in discussione.
Anche in questo caso non si può certo dire che vi sia stata trasparenza e/o partecipazione nel processo decisionale.
Procediamo.
3) In data 1 ottobre 2014, nonostante fosse già stata anticipata in Consiglio Comunale la richiesta di referendum, che come abbiamo letto nello statuto del Comune di Como non è una parolaccia ma bensì “l’elemento di collegamento organico tra la comunità e i suoi organi elettivi”, la Giunta cosa fece: accelerò. Inserì nella variazione del bilancio di previsione 2014 e nel programma triennale delle opere i fondi per poter procedere nella realizzazione dell’opera.
Procediamo ancora.
4) In data 28 ottobre 2014, la Giunta ha celebrato, con la delibera n. 377-2014, l’atto conclusivo dell’iter approvando definitivamente il progetto definitivo di sponsorizzazione tecnica per i lavori di adeguamento della diga foranea, lavori finalizzati al posizionamento della scultura “The Life electric” di Daniel Libeskind.
Nè il popolo né il consiglio comunale, durante tutta la procedura, durata oltre un anno, sono mai stati chiamati ad esprimere un parere.
I rappresentanti del popolo comasco, i consiglieri comunali, tra i quali anch’io, addirittura sono stati informati dell’esistenza del progetto Libeskind solo il 1° ottobre 2014. Ben 8 giorni DOPO la pubblica conferenza stampa di presentazione dell’opera.
Come si è mosso invece chi voleva il referendum per consentire al popolo di esprimersi?
Rapidissimamente e nel rispetto di una miriade di regole e di castranti norme.
Andiamo nel dettaglio.
1) Quando si è saputo, si è vista, per la prima volta come sarebbe stata l’opera di Libeskind e quale impatto avrebbe avuto? Il 23 settembre 2014.
2) Quando è stata annunciata la proposta di referendum? Il 29 settembre 2014. Solo una settimana dopo. Giusto il tempo di approfondire la vicenda.
3) Quando il comitato referendario, come richiesto dallo Statuto del Comune di Como, ha depositato ufficialmente la richiesta di referendum? Il 7 ottobre 2014. Solo 14 giorni dopo la conferenza stampa di presentazione al pubblico dell’opera.
4) Quando il quesito referendario è stato approvato dalla deputata commissione? Il 15 ottobre. Solo 22 giorni dopo la presentazione del monumento.
5) Quando la giunta ha giudicato ammissibile il quesito referendario? Il 22 ottobre con la delibera n. 373. Solo 29 giorni dopo la approvazione del progetto.
6) Quando la giunta ha dato il definitivo ok all’opera? Il 28 ottobre 2014 con la delibera n. 377-2014.
6 giorni DOPO aver giudicato ammissibile il referendum.
Solo 35 giorni dopo la presentazione del monumento alla città.
Senza aver mai consentito a nessuno di mettere in discussione né l’opera né il luogo ove posarla.
Conclusioni:
L’iter referendario avente ad oggetto la consultazione popolare circa il monumento Libeskind sulla diga foranea era noto alla giunta ben PRIMA che la stessa decidesse di dare il via definitivo al progetto di sponsorizzazione.
La maggioranza ieri sera ha deciso di ignorare brutalmente il parere che il popolo le voleva fornire.
Sull’opportunità di installare il monumento di Libeskind sulla diga foranea pensatela come volete, ma ieri per la democrazia comasca è certamente stato un giorno buio.
Nel 2017 tornerà la luce.
Promesso.
Alessandro Rapinese