Esselunga a Como ha avuto parecchia fortuna. Ha comprato un’area dove non era consentita la possibilità di realizzare un mega centro commerciale (ma solo due medie strutture di vendita) area che poi però nel giro di qualche anno è stata ritenuta perfetta proprio per realizzare un mega centro commerciale.
Ai più curiosi racconto che a cambiare la tipologia di commercio effettuabile all’interno dell’area acquistata da Cedi, società del gruppo Esselunga, ci hanno provato prima, infruttuosamente, ai tempi del dirigente Arturo Di Giulio (link), quelli del centrodestra con Bruni poi, fruttuosamente, quelli del centrosinistra con Lucini.
Nonostante non sia il tema di questo post ai curiosissimi racconto che il centrosinistra è riuscito a rendere possibile il nuovo mega centro commerciale di Camerlata nonostante nel proprio programma di mandato, alla pagina 11 (link), nel 2012 avesse scritto che si sarebbe impegnato per la “Salvaguardia e promozione del tessuto di piccoli esercizi commerciali che animano i quartieri e la convalle, contrastando l’espansione incontrollata della media e grande distribuzione“.
Constatato che Esselunga è un’azienda fortunata e che per il centrosinistra comasco i mega centri commerciali salvaguardano e promuovono il tessuto dei piccoli esercizi commerciali che animano i quartieri… dedichiamoci ora SOLO al ponte sulla via Badone. Ponte che è il tema di questo post.
Domanda: Il centrosinistra voleva costruire nell’area Ex-Trevitex un ponte pedonale oppure un ponte ciclopedonale adeguato alle esigenze dei ciclisti, dei diversamente abili e delle mamme che devono spingere carrozzine? La risposta giusta è la seconda e per dimostrartelo allego a questo post tre video: il primo del 16 Aprile 2014 dove si sente nitidamente la voce di Lorenzo Spallino parlare del ponte ciclopedonale durante una serata dedicata alla presentazione della proposta di accordo di programma da poche ore licenziata dalla giunta Lucini, gli altri due contenenti le affermazioni che pronunciarono il 29 maggio 2014 i consiglieri comunali Patrizia Lissi e Guido Rovi.
A riprova del fatto che la città si aspettasse un ponte ciclopedonale adatto a diversamente abili e mamme con carrozzine vi è l’articolo del quotidiano “La Provincia” del 11 settembre 2016 dove si leggeva: “Si è conclusa ieri la posa del ponte ciclopedonale che sovrasta via Badone collegando il complesso residenziale con la nuova piazza davanti all’Esselunga”.
Arriviamo ora a Spallino.
Cosa ha dichiarato l’assessore Spallino una volta che Rapinese ha fatto notare (per mezzo di questa interrogazione) che il ponte (che in realtà è un sovrappasso) non era adeguato né alle esigenze dei ciclisti, né a quelle dei diversamente abili e nemmeno a quelle delle mamme così come discusso nel 2014 in consiglio comunale?
Con ordine:
- In data 14 settembre 2016 Spallino a mezzo stampa ci dice: «La sicurezza è uno degli elementi essenziali nella valutazione dell’utilizzo di un’opera pubblica. Nel caso del ponte di via Badone, anche volendo per un attimo dimenticare che questo ha tra gli obiettivi principali quello di realizzare un percorso sicuro per i ragazzi che da piazza Camerlata si recano al liceo scientifico attraverso i condomini esistenti, i progettisti hanno giudicato incompatibile l’utilizzo pedonale con altri utilizzi, come le biciclette»;
- Sempre in data 14 settembre poi dice: «Pendenze più dolci avrebbero allungato di molto gli sbarchi, aumentando i costi e occupando ulteriori spazi della piazza, dedicata ai pedoni. Passeggini e biciclette possono utilizzare gli attraversamenti pedonali oggi messi in sicurezza, con risparmio di tempo e energie. Credo possiamo tutti immaginare quali polemiche sarebbero seguite al primo incidente, magari provocato da uno skater».
- Dopo le polemiche sul ponte di via Badone, in data 24 settembre 2016 durante un incontro voluto dal Comune con le associazioni che si occupano di disabilità per presentare loro l’intero progetto sul comparto, Spallino ha dichiarato: «Si è trattato di un incontro al tempo stesso tecnico e informale, i rappresentanti delle associazioni hanno potuto ascoltare dalla viva voce dei progettisti i criteri che sono alla base delle scelte generali, il più importante dei quali era creare uno spazio pubblico che da un lato fosse utilizzabile da chiunque e dall’altro potesse ospitare una pluralità di funzioni». Dai tecnici è stato spiegato che «le problematiche connesse alla ciclabilità del ponte in termini di pendenze hanno consigliato la sua modifica in pedonale». Ed è stata data la disponibilità all’installazione di due rampe agli accessi, ma le bici dovranno comunque essere condotte a mano.
- In data 8 ottobre, questa volta non Spallino ma il progettista Fabio Nonis: «Il ponte è stato pensato per gli studenti, abbiamo stimato circa 700 ragazzi in transito da piazza Camerlata al liceo Giovio e viceversa»
Premesso che se fossi stato l’assessore Spallino dopo l’installazione del ponte discriminatore avrei rassegnato dimissioni tenendo la bocca chiusa, qui di seguito riporto alcune domande che mi sono posto dopo aver letto le dichiarazioni dell’esponente di punta della lista civica Mario Lucini Sindaco:
- Quando l’avvocato Spallino ha detto che “La sicurezza è uno degli elementi essenziali nella valutazione dell’utilizzo di un’opera pubblica” si riferiva solo alla sicurezza dei cittadini “abili” oppure anche a quella dei cittadini “disabili“?
- Quando il professore Spallino ha dichiarato che il ponte sulla via Badone ha tra gli obiettivi principali quello di realizzare un percorso sicuro per i ragazzi che da piazza Camerlata si recano al liceo scientifico era conscio del fatto che per alcuni il percorso da lui previsto per andare a scuola non era fisicamente praticabile e che quindi il percorso non è uno ma sono due (uno per abili l’altro per disabili)?
- Mentre l’assessore Spallino circa il ponte dichiarava che pendenze più dolci avrebbero allungato di molto gli sbarchi, aumentando i costi e occupando ulteriori spazi della piazza, dedicata ai pedoni si sarà accorto che quando si è posto il problema delle pendenze era già il momento di bloccare la costruzione del ponte e di ripensarlo, invece di procedere e spendere una quantità smodata di denaro per un ponte che alcuni comaschi non potranno mai attraversare?
- Quando il figlio dell’ex sindaco di Como Antonio Spallino dice che passeggini e biciclette (e disabili aggiungo io) possono utilizzare gli attraversamenti pedonali con risparmio di tempo e energie rispetto all’utilizzo del ponte non sta forse dichiarando che il ponte non serve a nulla e che i comaschi hanno buttato via un preziosissimo milione che avrebbero potuto spendere altrove?
- Quando l’urbanista Spallino si è detto preoccupato per le polemiche che sarebbero seguite al primo incidente sul ponte, magari provocato da uno skater, non ha pensato alle possibili polemiche se mai dovesse essere investito un disabile e/o una mamma con passeggino mentre attraversano il passaggio pedonale sottostante il sicurissimo ma elitario ponte?
- Il 24 settembre 2016, dopo, DOPO, le polemiche relative al ponte/ barriera architettonica di via Badone il cassazionista Lorenzo Spallino ha voluto incontrare le associazioni che si occupano di disabilità. Il già Presidente della Camera Amministrativa di Como non si sarà accorto che sarebbe stato più proficuo ascoltare la viva voce delle associazioni che si occupano di disabilità prima della costruzione del ponte E NON DOPO?
- Quando il progettista Fabio Nonis ha dichiarato che il ponte è stato pensato per gli studenti non è venuto in mente all’amministrativista Lorenzo Spallino di chiedere al sig. Nonis se fosse a conoscenza del fatto che anche tra gli studenti esistono persone condannate all’uso della sedia a rotelle per poter andare a scuola?
Dopo le domande che mi sono posto ne ho una, solo una, da porre a Lorenzo Spallino:
Se davvero il passaggio pedonale sotto il ponte è così ben fatto, sicuro (tanto da esserlo anche per i disabili) e rapido da attraversare perché, considerate le necessità della nostra Como, hai investito oltre un milione di euro per realizzare un inutile ponte discriminatorio a pochi passi?
Oltre al centro commerciale e al mega ponte, a proposito della “Salvaguardia e promozione del tessuto di piccoli esercizi commerciali che animano i quartieri e la convalle” sul giornale di oggi ho letto un articolo che illustra la possibile nuova viabilità di via Varesina con eliminazione dei semafori ma soprattutto dei parcheggi davanti ai negozi. E’ questa la coerenza di Lucini?