Quando mi sono insediato le prime settimane le ho passate cercando di capire come venissero affettivamente gestite le comunicazioni tra il il cittadino e Comune.
Non le comunicazioni legali, anche quelle in verità erano un caos totale ma non è questa la sede per approfondire, mi riferisco alle comunicazioni semplici: quelle legate alle segnalazioni.
Avendo sempre pensato che tenere le orecchie aperte risolve la metà dei problemi, era per me importante a che livello di ascolto fossero le orecchie di Palazzo Cernezzi.
Più approfondivo la questione e più mi accorgevo che, semplicemente, il cittadino comasco dal proprio Comune non veniva minimamente considerato.
Anzi.
Era un fastidio.
Ho trovato telefoni silenziati con, al posto della suoneria, lucine rosse lampeggianti per ore di fila e alla domanda: “perché quel telefono lampeggia?” la risposta era: “o lavoriamo o rispondiamo al telefono”, ed intanto i cittadini continuavano disperatamente a cercare risposte senza avere nemmeno la possibilità di essere ascoltati. Quando poi per essere ascoltati prendevano ferie ed andavano in Comune, costituivano loro stessi il motivo per non rispondere al telefono ad altri cittadini.
Gestione folle. Follia allo stato purissimo.
C’erano poi caselle postali di dirigenti alle quali, se cercavi di contattarli, l’unica risposta che ricevevi era: “Casella piena – Il tuo messaggio non può essere consegnato”. Considerato che una casella di posta elettronica del Comune aveva una capienza praticamente infinita, beh, detto tutto!
In quel quadro di degrado dovevo trovare una soluzione che garantisse almeno 3 aspetti:
- Raccogliere tutte le necessità di interazione dei cittadini in un unico punto di accesso;
- Smistare le richieste all’ufficio corretto;
- Introdurre adeguati sistemi di verifica per ogni singola segnalazione affinché fosse oggettivamente misurabile l’impegno dell’ufficio nel fornire adeguate risposte.
Evidentemente si trattava di una rivoluzione copernicana. Rivoluzione che imponeva ai dipendenti ed ai dirigenti del Comune un nuovo onere misurabile: DOVER RISPONDERE ALLA CITTADINANZA!
Le critiche interne al sistema erano le seguenti:
- Se dobbiamo rispondere a tutti non lavoriamo più;
- Ci mettiamo più tempo a rispondere che a fare direttamente ciò che ci viene segnalato;
- Noi siamo 700 e loro sono 85.000: è impossibile gestirli tutti.
Infilandomi tappi nelle orecchie ho chiesto al Consiglio Comunale di stanziare fondi adeguati all’istituzione di https//:segnala.comune.como.it e, piano piano, con tutte le criticità del caso ho rivoluzionato a Como la relazione cittadino amministrazione.
È ovvio che sia impossibile dare risposte di qualità a centinaia di segnalazioni che vengono fatte quotidianamente, ma l’enorme vantaggio del sistema segnala.comune.como.it è che ora il cittadino ha un luogo dove le proprie segnalazioni sono codificate e il sindaco ha uno sportello al quale, accedendo, contrariamente alle caselle di posta elettronica dei dipendenti che sono tutelate, può verificare a quante richieste non sia stato dato corso e capire quali dirigenti/dipendenti stiano collaborando con la cittadinanza e quali no. Attivando poi le opportune azioni.
Le telefonate non risposte non erano analizzabili;
Le mail non risposte non erano verificabili;
https://segnala.comune.como.it è un mezzo d interazione Cittadino – Comune trasparente e misurabile, e, seppur alla totale efficienza di cui sono convinto ci sia bisogno manca ancora qualche passo, quanto fatto fino ad oggi è miracoloso perché ha costretto il Comune ad interagire attivamente con la cittadinanza. Cittadinanza che, alla fine, oggi, rispetto a ieri, dispone di un potentissimo, trasparente e misurabile strumento per essere considerata.
Avete capito adesso perché ovunque io vada non manchi mai di suggerire di utilizzare SEGNALA.COMUNE.COMO.IT?
Segnalate gente. Segnalate!
#CosaHaFattoRapinese016